VAL STAFFORA

altimetria del percorso

Questo è un giro lungo e abbastanza difficile, con salite che da sole sono "facili" ma messe in fila una dietro l' altra possono distruggere le gambe dei più allenati. Si possono creare 3 percorsi, utili nel caso che questo giro venga usato come percorso di una Granfondo.
Si parte da Rivanazzano, il mio paese di residenza, e si prosegue in leggero falsopiano discendente fino al bivio dell' Iper, dopo 9 km. La strada è larga e bella, bisogna soltanto far attenzione a 2 rotonde, poste a Retorbido (km 2) e Torrazza Coste (km 7).
Al semaforo dell' Iper si svolta a destra e si prosegue lungo la statale 10 per 2 km, fino a Montebello, dove si svolta a destra e si inizia il primo strappo di giornata: 500m con pendenze tra il 7 e il 9% che porta nella parte alta del paese. Si scende un po' e si prosegue in pianura lungo la val Schizzola: prima la carreggiata non è larghissima, ma lo è abbastanza per permettere il passaggio di un' eventuale carovana, poi si allarga ed inizia un lieve falsopiano ascendente, successivamente si restringe di nuovo e questa volta gli strappi tipici di una vallata ci sono.
Dopo un dosso si svolta a destra e si inizia una salita abbastanza facile, l' ideale per rompere il fiato: 3 km con pendenza media inferiore al 6%, con diversi tornanti e abbastanza regolare, solo gli ultimi 500m possono creare difficoltà, anche se lì la pendenza si attesta sull' 8%. Finita la salita è d' obbligo dare un' occhiata sulla destra: si ergono imponenti le orridi di Marcellino, pareti verticali di 100m formate da terra e che sembrano sul punto di crollare. Si inizia la discesa su alcuni tratti rovinati e con qualche buca, anche se nel complesso il manto stradale è accettabile. Si passa dopo 1 km di fianco alle orridi: per che è convinto di non soffrire di vertigini consiglio di posare la bici a lato e risalire lungo un sentierino di 20m che porta propio sul precipizio, da cui ci si può affacciare e vedere un muro argilloso di 100m che sembra star su contro le leggi della natura e ammirare le orridi vicine in tutta la loro potenza ed equilibrio.
Ripresa la bici si supera un tratto al -18% e si arriva a Torrazza Coste, dove si svolta a sinistra ed ancora a sinistra all' incrocio. Poco dopo ancora a sinistra e poi a destra, proseguendo sulla strada secondaria che finisce a Codevilla. Si attraversano le strette vie del paese e si giunge all' inizio della 2° salita: Murisasco.
All' inizio è pedalabile, con un tratto facile al centro che risale la collina, poi a Garlazzolo un muro di 40m seguito da 400m di piano, quindi inizia il duro: un muro abbastanza lungo sul 10-12% che fa prendere velocemente quota, poi perfortuna la strada spiana un po' e le pendenze ritornano accettabili. La discesa di Murisasco è lunga 2 km e la strada è bella, anche se è meglio non rischiare, potrebbe esserci della ghiaia oppure i famigerati cani, piccoli per far paura ma troppo grossi per investirli senza cadere.
Finita la discesa si svolta a sinistra e si prosegue verso la 3° salita, Rocca Susella.
Prima di iniziare però si deve risalire lungo un falsopiano al 3-4% per circa 1 km, dopo di che si ritorna al sole e le gambe ricominciano a spingere a tutta. Le pendenze di questa salita non sono mai eccessive, però sono costanti al 7-8% e 3 km abbondanti non sono pochi. Dopo un km un tratto in leggera discesa permette di prendere fiato, ma l' ascesa ricomincia impietosa subito dopo, e continua al 7-8% fino alla fine. Poco prima dello scollinamento guardando a valle si può vedere una parte della strada e i paesi attraversati poco tempo prima, anche se lo sguardo non si spinge lontano.
Si scende per 300m fino al passo Crocetta, quindi svolta a destra e discesa su strada ben tenuta ma con possibilità di ghiaio e pendenze elevate fino all' arrivo in val Ardivestra, percorsa per 500m in discesa fino all' innesto con la strada per Sanguignano, la 4° salita. Per chi volesse accorciare notevolmente il giro invece di girare a sinistra verso Sanguignano deve proseguire lungo la vallata per 4km per poi ritornare a Rivanazzano lungo o la statale o passando per Montalfeo - Salice, però dovendo fare altri tratti in salita, anche se corti. Se questo fosse il percorso corto di una gara si dovrebbe invece allungarlo con Alta Collina, l' ultima salita per tutti.
Sanguignano è lunga circa 2,5 km abbastanza pedalabili su asfalto però rovinato e a tratti sabbioso. Si prosegue al sole sino al paese, attraversato da 2 tornanti e da cui si esce con un breve muro. La vera salita è finita, ma altri 4 km di saliscendi aspettano: una breve discesa seguita da un tratto in ascesa portano al bivio per Montesegale e subito dopo a Bregne, dove si svolta a destra e si sale verso il cimitero. Una volta superato l' asfalto diventa rovinato e con diverse buche che rendono più difficile la pedalata e più faticosi i tratti in salita. Si scende un po', poi si risale per circa un km con pendenze variabili e a tratti fastidiose, anche se i tratti duri sono molto corti. Si attraversano zone alberate e ombreggiate, cosa positiva se il giro viene fatto in piena estate, meno se si passa d' inverno o dopo un temporale. Usciti dal boschetto inizia la discesa, per fortuna su manto stradale in genere buono, e dopo poco più di 2km si svolta a sinistra e si risale la val di Nizza, su carreggiata larga e scorrevole, ma che tira al 2-3% a tratti.
Arrivati a Casa Ponte si lascia la valle e si prende una strada larga e bella che in 2 km al 6-8% porta a Poggio Ferrato, dove inizia il tratto duro che porta a Oramala. Le pendenze sono variabili ma spesso superano il 10% e la scorrevolezza della ruota non è massima. I patimenti finiscono al bivio con la provinciale per Oramala. Chi, in un' eventuale gara, ha scelto il percorso medio gira a destra e dopo due dossi duretti scende verso Pizzocorno-Ponte Nizza, dove prende la statale e scende verso Godiasco-Alta Collina, gli altri devono affrontare diversi dossi tonici su uno stradino stretto prima di arrivare al castello di Oramala con 200m al 14%.
La discesa inizia subito ripida, ma è seguita altrettanto velocemente da un altro tratto di salita, che per fortuna è possibile superare in velocità, quindi un falsopiano discendente e il 2° muro al -17%, da fare coi freni tirati. Il resto è abbastanza facile, con asfalto discreto e strada mediamente ampia.
Si arriva a Varzi e si svolta a sinistra, quindi si attraversa il paese passando per una strada sulla destra e ci si reimmette sulla SS 461, dove si prende una diramazione a sinistra e si inizia Pietragavina. Questa salita è abbastanza facile, la pendenza media è inferiore al 6%, ma è lunga 6 km e prendendola ad un ritmo troppo elevato si potrebbero avere dei problemi. Le parti più dure sono il primo e l' ultimo km, sul 7%, gli altri sono pedalabili e non hanno mai tratti ripidi. La carreggiata è larga e il manto scorrevole, anche se in alcuni tratti non è più nuovo.
Arrivati a Pietragavna si svolta a destra per S. Cristina, alla quale si giunge dopo 500m di falsopiano. Lì inizia la discesa: bisogna far attenzione, l' asfalto è vecchio e ruvido, ci sono diverse buche e molta ghiaia, oltre a dei brevi tratti al -15% e ad una carreggiata stretta. Perciò è meglio non prendere rischi in questa discesa, le probabilità di cadere sono alte, anche se facendo attenzione e moderando la velocità non si hanno problemi.
Questa stradina sbuca sulla statale del Penice, da affrontare per 1,5 km in una discesa larga, bella e con ampi tornanti, fino al bivio sulla sinistra con la strada del Brallo.
Si inizia in falsopiano e fino al ponte sull' Aronchio, lungo e con le protezioni azzurre, continua senza mai superare il 5% in brevi segmenti. Dal ponte la storia cambia, ma non di molto: la pendenza si attesta al 6-7% e l' asfalto continua ad essere buono. Si prende un bivio a sinistra che porta a Casanova Staffora, raggiunta dopo una breve discesa e diversi dossi, e attraversato il paese si inizia la penultima salita di giornata: Castellaro.
La salita non è particolarmente dura, eccetto i 500 m che attraversano Cignolo. La strada prosegue con diverse curve e su asfalto discreto. Arrivati a Castellaro di gira a destra e si scende verso Varzi, raggiunta dopo più di 7 km di discesa e tratti in piano. L' asfalto è vecchio ma la carreggiata è larga e le curve non sono insidiose.
Arrivati a Varzi si devia a destra, a sinistra attraversato il ponte e ci si immette sulla statale, che si percorre sino a Godiasco. L' ideale è essere in gruppo: la strada è larga e i tratti in discesa si trovano quasi tutti nei primi 6 km, fino a Bagnaria, dopo la quale si prosegue in un lunghissimo falsopiano interrotto a tratti da brevi discese di 200m. entrando a Godiasco si affrota una difficile curva a sinistra, quindi per attraversare il paese bisogna star attenti se si è in gruppo poichè la sede stradale non è molto larga, passano a malapena 2 macchine.
Sempre a Godiasco si gira a sinistra, si supera il ponte sullo Staffora e si attacca l' ultima salita della giornata: Alta Collina.
A questo punto è facile essere stanchi: per chi volesse andare direttamente a Rivanazzano consiglio di ritornare sulla statale e continuare sino all' arrivo, per gli altri posso dire che Alta Collina è un' ascesa facile. Si sale per 300m in mezzo alle case, si prende il 2° bivio a destra e si pedala. Il primo km scorre via velocemente, essendo su asfalto quasi nuovo e poco ripido, il secondo presenta un tratto di falsopiano di 400m dopo Cabanon, il 3° è il più ostico, con pendenze tra il 7% e l' 8%, fino alla frazione che da il nome all' ascesa.
I patimenti ormai sono finiti, o quasi. Si scende su strada bella fino al bivio per Salice, dove si gira a sinistra e si perde velocemente quota fino a S. Bartolomeo inferiore, quando la strada spiana ma si può continuare senza pedalare. Con un tornante la strada sbuca a Salice alta, si gira a sinistra e si continua a scendere fino alla parte bassa. Agli incroci prima dritti e poi a sinistra.
Attenzione nella discesa di S.Bartolomeo, nella 1° parte ci sono 2 dossi stradali, nella 2° delle brutte buche.
E' fatta: 2 km al -1% e si arriva a Rivanazzano, dopo 130km e più di 2300m di dislivello.
Il duro di questo giro non sono dislivello o kilometraggio, ma il rapido susseguirsi di salite senza un km di pianura in cui riposarsi. Se questo fosse il percorso di una gran fondo, ci sarebbero 19km da fare a 40kmh fino all' inizio della prima asperità, l' ideale per recuperare posizioni, però i 16 km da Varzi a Godiasco permettono ai grupponi di raggiungere coloro che guadagnano qualcosa lungo le salite, e l' ultima non permette una grande selezione.
Si possono trovare fontane in piazza a Torrazza Coste, sulla sinistra a Codevilla, in piazza a Varzi, poco prima di Pietragavina, a Bagnaria e a Godiasco.

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